L’aereo sulla spiaggia islandese di Sólheimasandur. La desolazione in un quadro inquietante.
Letteralmente in mezzo al nulla a sud dell’isola islandese, sulla sabbia nera della spiaggia di Sólheimasandur, c’è la carcassa di un DC-3 della marina degli Stati Uniti. Nel novembre del 1973 l’aereo, partito dalla base di Keflavik, precipitò a causa del maltempo in quella zona. L’equipaggio fortunatamente riuscì a sopravvivere all’atterraggio d’emergenza.
Il relitto dell’aereo si trova ancora lì. Non è facilissimo né da trovare né da raggiungere, specie in condizioni climatiche avverse, ma è una meta potenzialmente irresistibile per gli amanti della fotografia, attratti da quell’elemento aggiuntivo di desolazione in un quadro di abbandono già sufficientemente inquietante.
Ciò che resta dell’aereo dopo 41 anni è una carcassa sventrata, svuotata e malconcia, priva di metà delle ali e di altri elementi, ma capace di resistere alle intemperie di un clima non certo gentile come quello islandese.
Non sono riuscita a scoprire perché l’aereo sia ancora lì, abbandonato a se stesso, perché non siano mai stati rimossi i resti, ma ciò che mi affascina di questa vicenda è di nuovo l’inquietudine che mi suscitano dentro le peculiarità del posto: la sabbia nera, il gelido e irruente mare, il relitto ridotto a brandelli, il cielo minaccioso e la desolazione d’insieme.
Se i luoghi hanno davvero un’anima, l’anima di questo posto è indubbiamente tormentata. E, come ogni anima tormentata, dentro scatena attrazione e repulsione, fascino e terrore. Impossibile restare indifferenti di fronte a questo scenario. Come di fronte a ogni cosa che riguardi l’Islanda.
Pubblicato il 19/08/2014, in storia con tag curiosità islandesi, road to... Islanda, Sólheimasandur. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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